I Padri Cappuccini si insediarono a Geraci nel 1689 ed eressero il loro convento in una posizione isolata, nella vallata a ovest dell’abitato.
In accordo alla regola francescana, l’architettura conventuale da loro realizzata è volta alla massima semplicità e secondo un impianto tipologico consueto si organizza attorno a un chiostro quadrato, avente su due lati da portici con archi; il convento si sviluppava su due livelli: al piano terra, oltre alla chiesa che occupa il lato occidentale, erano sistemati i locali di servizio e il refettorio (recante nelle lunette gli affreschi dell’Ultima Cena e della Crocifissione), mentre al piano superiore si trovavano le celle dei frati.
La chiesa, ad aula unica e coperta da una volta a botte, era dedicata all’Assunzione della Vergine; chiuso il convento in seguito alla soppressione degli ordini religiosi nel 1866, continuò ad essere utilizzata per qualche decennio, ma in seguito fu abbandonata e molte delle opere d’arte che custodiva furono trasferite in chiesa Madre; tra questa la sontuosa cornice lignea con timpano triangolare oggi rimontata attorno alla tela dell’Annunciazione, mentre si è persa traccia della custodia eucaristica con struttura lignea piramidale.
Dopo il restauro degli anni Novanta del Novecento il complesso conventuale è divenuto la sede del polo comunale Cultura d’eccellenza MUSeBArch, e oltre a custodire l’antica biblioteca dei Cappuccini, con rari e pregiati testi, ospita l’Archivio Storico Comunale e il ricco museo etno-antropologico delle Madonie.
Testo di Giuseppe Antista