CHIESA S.FRANCESCO D’ASSISI

13 Chiesa di san Francesco 01

L’edificio, noto anche con il nome di Sant’Antonino, era in costruzione già alla fine del Cinquecento e sorse ai margini della città del tempo; sebbene l’esterno mostri un carattere austero, appena ravvivato da un piccolo campanile in mattoni, l’interno è ornato da una fastosa decorazione a stucco con motivi tardo barocchi, che culmina nello scenografico altare principale; qui due coppie di colonne incorniciano la nicchia della statua di San Francesco e sono raccordate superiormente da grandi volute attorno al simbolo francescano (il braccio di Cristo che incrocia quello di Santo). Questa composizione richiama molto la chiesa del Collegio di Maria, completata nel 1774, ed è possibile ipotizzare che le stesse maestranze abbiano lavorato in entrambi le fabbriche.

Negli altari che affiancano l’unica navata della chiesa sono custodite diverse opere d’arte, tra cui si richiama l’attenzione sul dipinto della Madre Santissima del Lume; l’opera reca la data del 1757 e può attribuirsi alla bottega di Gaetano e Antonio Mercurio, autori della tela con lo stesso soggetto custodita nella chiesa di San Rocco a Motta d’Affermo. Un’altra interessante tela del XVIII secolo, rara come soggetto iconografico, è quella del Transito di San Giuseppe, che rappresenta la morte del Santo, assistito da Gesù e Maria, sotto lo sguardo di Dio Padre e dello Spirito Santo.

Oltre alla statua lignea di Sant’Antonio da Padova, va ancora menzionata la raffinata Madonna con Bambino proveniente dalla distrutta chiesa del SS. Salvatore annessa al Monte di Pietà; la scultura si rifà a modelli gaginiani e può essere datata alla metà del Cinquecento.

Il piccolo oratorio in fondo alla chiesa, attualmente usato come sacrestia, si caratterizza per la decorazione a stucco ed estesi affreschi alle pareti (in mediocre stato di conservazione), nonché per i pavimenti con mattonelle di cotto maiolicate; in questo luogo si riuniva la confraternita di San Francesco, come si desume dal verbale della visita pastorale di don Biagio Proto del 1634, che fa riferimento a una «congregatio laiicorum, qui utuntur saccis ex tela et mozzetta lanae…».

 Testo di Giuseppe Antista