Poco altre la chiesa di San Giuliano, in corrispondenza del vicolo Mendolilla, si apre un affaccio panoramico sulla vallata orientale dell’abitato, il cui vasto orizzonte giunge fino alle falde dell’Etna.
Il belvedere è stato realizzato nel luogo che, secondo la trazione storiografica basata sugli scritti del cronista Michele da Piazza e dello storico Tommaso Fazello, fu teatro della morte di Francesco I Ventimiglia; da qui infatti nel 1337 il conte di Geraci, inseguito dalle truppe regie di Pietro II d’Aragona, si sarebbe lanciato con il cavallo precipitando nel profondissimo dirupo sottostante.
Una passerella in acciaio e vetro aggettante di circa tre metri dal filo della parete permette di rivivere metaforicamente il salto nel vuoto del Ventimiglia; inoltre, a corredo dell’affaccio, nell’attiguo locale a piano terra della Biblioteca Comunale è stato allestito un centro informativo dotato di una postazione multimediale e sono stati esposti dei bassorilievi artistici in terracotta incentrati sulla storia del luogo, opera del ceramista di Santo Stefano di Camastra Filadelfio Todaro.
Testo di Giuseppe Antista